sabato 30 luglio 2011

I ciechi diventano sub grazie all'opera sociale del campo "Poseidon"

Gazzetta del Sud del 29-07-2011

I ciechi diventano sub grazie all'opera sociale del campo "Poseidon"

PAOLA. Si sta svolgendo nel quartier generale del Gruppo subacquei di Paola – nota associazione che fa anche parte della Protezione civile – la tredicesima edizione del campo Poseidon destinato a giovani e ragazzi non vedenti che dopo un regolare corso con sommozzatori specializzati (di cui due anche non vedenti) conseguiranno un attestato di allievi sommozzatori. In tutto sono 30 i ragazzi ciechi o ipovedenti arrivati a Paola da varie regioni italiane. L'intera équipe è guidata dal presidente del sodalizio, Piero Greco, campione mondiale di fotografia delle bellezze del mare e artefice nel 2007 dell'inabissamento di una bellissima statua di San Francesco di Paola ad un chilometro di distanza dalla battigia in direzione dell'omonimo Santuario. I giovani discenti hanno la possibilità di immergersi nello splendido mare della Calabria, di poter toccare relitti e altri fantastici tesori sommersi. Si specializzano insomma per scendere in profondità in sicur ezza e in autonomia acquisendo gradualmente consapevolezza e padronanza della tecnica. I neofiti apprendono i segnali tattili sviluppati dal Gruppo subacqueo di Paola in collaborazione con i sommozzatori non vedenti. Alcuni di loro non vedenti assoluti sono diventati istruttori Fipsas nel 2006. Fra questi Domenico Ietto e Roberto Crocco che sono oggi membri effettivi dello staff didattico del Gruppo subacqueo paolano.
«Il Poseidon – spiega Piero Greco – è diventato ormai un campo subacqueo itinerante .I sommozzatori si immergono a Scilla, a Paola, a Praia a Mare, a Capo Rizzuto, a Belmonte potendo così conoscere e ammirare le bellezze sommerse della nostra regione». «La Regione Calabria è promotrice – aggiunge il fondatore del Gruppo subacqueo – di un turismo solidale promosso e sponsarizzato dall'assessore regionale al Turismo e nella persona del dott. Fausto Orsomarso si è dimostrata sensibile a questa lodevole e particolare iniziativa. Tutto ciò è possibile grazie anche al patrocinio dell'Irifor (Istituto di ricerca formazione e riabilitazione) e dell'Uic nazionale nella persona del presidente prof. Tommaso Daniele e del direttore nazionale dei non vedenti architetto Giusppe Bilotta».
Greco rileva anche che «come ogni anno il campo subacqueo è organizzato dalla sezione di Cosenza dell'Unione italiani ciechi e dal suo presidente Pietro Testa in collaborazione con il gruppo subacqueo paolano onlus».

Gaetano Vena

venerdì 29 luglio 2011

Rubano il cane guida a un cieco

Press-IN anno III / n. 20AGRIGENTO. Anche il "Commissario Montalbano" si mobilita per ritrovare il cane-guida rubato ad un ragazzo non vedente dell´agrigentino. Oltre alla comunità virtuale di Facebook, anche l´attore Luca Zingaretti ha aderito all´appello lanciato per far ritrovare a Tommaso Ferraro, 30 anni, il cane-guida, sottratto dalla casa dei genitori a Montallegro, in provincia di Agrigento, nella serata del 21 luglio scorso. Da allora Tommaso, centralinista del Corpo forestale di Ragusa che avrebbe compiuto gli anni il giorno dopo, è costretto a rimanere a casa o a farsi accompagnare se esce.
«Restituite Alì a Tommaso perché oltre ad essere il suo amico a quattro a zampe è anche le sua vista, i suoi occhi dato che è non vedente»: questo l´appello video lanciato da Zingaretti attraverso il sito ambientalista e animalista www. ilrespiro. eu, del quale è testimonial, «Per Tommaso, oltre a essere l´amico di una vita, il cane è una cosa importante: i suoi occhi - dice Zingaretti - Io prego le persone che hanno preso Alì di restituirlo».
Per dare una mano al giovane, anche Facebook si è messo in moto. Alì, è un pastore tedesco dotato di microchip (numero 0977200001555424) ha un taglio all´orecchio destro, una piccola parte mancante di orecchio a forma di piccola V molto piccola, e sempre nello stesso orecchio ma all´interno dello stesso ha un tatuaggio sbiadito. Ed è castrato. A lanciare un appello a chiunque possa fornire notizie del cane i soci della Cooperativa sociale Eos di Catania. «Tommaso vive quasi in simbiosi con il suo cane. Il cane - scrivono gli amici di Tommaso - non si allontana mai da lui quindi è chiaro che è stato rubato. E´ castrato e non può essere quindi usato per l´accoppiamento, ha il microchip, un tatuaggio ed ha 9 anni. E´ importante che Alì torni con Tommaso per il bene di entrambi».

mercoledì 27 luglio 2011

L'Aura di tutti i giorni

Laura Boerci
L'Aura di tutti i giorni
Ibiskos Editrice Risolo 2007

Prefazione di Stefano Pierpaoli


Sembra giungere da un tempo diverso. Ci coglie immobili e intirizziti,
ostinati nel mantenere viva la certezza di essere protagonisti di
qualcosa. Tutti più o meno infila, tutti più o meno nel gruppo di una
grande corsa , senza sapere se era davvero quello il nostro desiderio
e che avevamo scelto.
È una storia delicata che arriva dalla provincia sana e vigorosa e il
teatro è quello semplice e vitale di una famiglia e di una comunità
che si guarda negli occhi senza fretta. In questo spazio pacato e
diluito, l'evento sconvolgente non produce rumori assordanti e avvolge
chi lo patisce come se volesse misurarne la resistenza e stabilire il
valore delle sue doti migliori.
La vicenda silenziosa invece raggiunge noi col boato del tuono e dopo
un breve smarrimento, la seguiamo come fosse una magica scia che
diventa esaltante e gioiosa. Ci spinge fuori dalla corsa in cui
stavamo soffocando e ci accompagna verso un percorso che avanza
parallelo rispetto alle nostre inquietudini. Allora vorremmo scoprirci
meno conformisti e meno impantanati nei modelli di vita che ci hanno
imposto, perché Laura ci svela una dimensione visionaria, sognante e
romantica in cui la sfida è il pane quotidiano e la tenacia, il
coraggio sono essenza concreta e incessante. Quella sfida non svanisce
nell'immagine fantasiosa e irreale, non s'intimorisce e diventa
inarrestabile. E un'immensa storia d'amore fatta di traguardi
intermedi, sempre nuovi, di attese vivaci e di grandi vittorie. Non
c'è inerzia e non c'è immobilità. L'eccitante scommessa che affronta
ogni giorno per inseguire le idee e i progetti non parte mai dal
limite né dall'ostacolo e oltrepassa le barriere volandoci sopra.
"La normalità è quella linea sottile che traccia il confine tra il
privilegio e il disagio". Questa definizione assume un rilievo
imprescindibile nella società in cui viviamo. Privati come siamo di
valori condivìsi, di opportunità e armonia, intorpiditi dai messaggi
incalzanti dei grandi comunicatori, dominati da classi dirigenti
corrotte e incapaci, non possiamo far altro che subire un declino
inesorabile. In questo labirinto fatto di squilibri e paure, le
disuguaglianze e l'emarginazione diventano mali cronici dei quali è
impossibile liberarsi e in questo universo limitante nel quale siamo
immersi incontriamo ogni giorno le nostre disabilità. Comunichiamo
poco e male, c'incontriamo di sfuggita in luoghi spesso angusti. Siamo
fermi di fronte a un televisore, a un computer, a una partita di
calcio. Ci identifichiamo con un orecchino al naso o un tatuaggio per
far parte di una tribù che non sogna e che non scommette sul suo
futuro, con il sano desiderio di sfidare i confini che ci opprimono.
Troppo spesso non ne siamo nemmeno consapevoli e viaggiamo col
navigatore satellitare per non perderci e con la pìllola antipanico
per non tremare.
Ecco la chiave che Laura ci porge con dolcezza per
annientare i muri che ci circondano. La sua curiosità, la sua passione
e la legittima ambizione con cui esplora il suo viaggio hanno sempre
un punto d'arrivo che trasgredisce la convenzione del limite e
dell'esclusione. Le persone che la circondano e che le vogliono bene e
quelle che incontra lungo il percorso sono parte integrante della sua
storia e ne vengono benevolmente contagiate. Condividono entusiasmi in
una complicità che raggiunge attimi di ebbrezza travolgenti e in
questa vicinanza si realizzano i sogni della bambina, della ragazza e
della donna che un giorno decise d'imparare a volare e riuscì a farlo.
Questa storia sembra giungere da un tempo diverso, che pure dovrebbe
essere anche il nostro. Ci racconta di un mondo in cui vivere sarebbe
più sereno come potrebbe essere anche il nostro. Un mondo libero,
coraggioso, leale e abile.
Laura è talmente abile da sfiorarci il cuore e con amore ci fa sentire
meno immobili e meno infreddoliti, fino a spingerci a capire che non è
così importante affannarci in questa corsa pazza e inutile in cui c'è
poco tempo per amare.

www.lauraboerci.com

martedì 26 luglio 2011

Dai “diritti” alla “carità”, la nuova frontiera del welfare italiano

Dai “diritti” alla “carità”, la nuova frontiera del welfare italiano
di Fulvio Santagostini, presidente LEDHA

Persone con disabilità - 25/07/2011


Con l’ultima manovra finanziaria continua l’attacco ai diritti delle
persone con disabilità. LEDHA si mobilita.


Non era sufficiente l'azzeramento del fondo per la non autosufficienza
e il più che dimezzamento del fondo per le politiche sociali e degli
altri fondi riguardanti l'assistenza; non erano sufficienti i tagli
agli enti locali già fatti nella precedente finanziaria.

Con la nuova Finanziaria si continua nell'opera dei tagli alla "Casta"
(cit. dall'art. di Franco Bomprezzi su Vita) delle persone con
disabilità.

Ennesimi tagli agli enti locali, tiket sanitari, stretta sugli ausili,
nuove "invenzioni" per salvare l'INPS dai ricorsi e contenziosi che,
nella stragrande percentuale dei casi, vede l'ente soccombere, una
riforma assistenziale che dovrebbe recuperare circa 15 miliardi di
euro (!!!) e che se non attuata vedrà un taglio lineare sulle
detrazioni e deduzioni che colpiranno notevolmente il reddito dei ceti
medio bassi, coinvolgendo in modo sostanziale le persone con
disabilità e le loro famiglie. (per approfondimenti l'articolo di
Carlo Giacobini su Handylex)

Le prospettive per i prossimi anni per i cittadini con disabilità e le
loro famiglie sono realisticamente molto preoccupanti, per utilizzare
un eufemismo, visto che sono in gioco i servizi essenziali per
garantire sia la salute che un minimo di dignità alla propria vita.
L'obbiettivo conseguente ad una tale politica non potrà che essere un
aumento esponenziale delle "istituzionalizzazioni" che, come una beffa
del destino, non solo significheranno una caduta della qualità della
vita delle persone con disabilità e una negazione del loro
riconoscimento di essere umani portatori di diritti, ma anche un
aumento delle spese a carico dello stato.

Ma perché questo accanimento sugli "invalidi", come li definisce il
Ministro Tremonti, da parte di questo Governo?

Dobbiamo tornare allora ad un anno fa e a quella finanziaria dell'anno
scorso che costrinse migliaia di donne e uomini con disabilità a
manifestare in Piazza Montecitorio contro il tentativo di taglio alle
indennità di accompagnamento.

"L'Italia non può essere un Paese competitivo perché ha troppi
invalidi". In questa frase, pronunciata dal Ministro Tremonti un anno
fa, il substrato culturale che sta alla base di queste politiche; la
convinzione che negli oltre 2 milioni e 700 mila invalidi si
nascondano, per lo più, furbetti che vivono sulle spalle della società
"produttiva" e quindi drenano risorse allo sviluppo. In uno slancio di
generosità si dice che verranno salvaguardati dai tagli le sole
persone "veramente bisognose"... siamo tornati ai tempi della politica
della pietà!!!

Ed è per tutto questo che LEDHA, condividendo lo stato di
mobilitazione indetto da ANFASS e tutte le iniziative che FISH metterà
in atto per opporsi a tutto questo, è pronta ad aderire e promuovere
tutte le iniziative democratiche e legali per opporsi alle ingiustizie
di questa manovra finanziaria, che in molti hanno definito:
"macelleria sociale".

Presi per mano da chi non vede per guardare oltre

Presi per mano da chi non vede per guardare oltre

GENOVA. Guardare nel buio, per vedere oltre. «Perché, come mi ha detto una volta un cieco, "la vista vi acceca" - spiega Claudio Cassinelli, presidente dell´istituto David Chiossone - Non una occasione di provare la cecità, sia chiaro: ma di utilizzare i sensi non utilizzati. Cambiando il ruolo, affidandosi a chi non vede per scoprire cosa ha intorno, ma soprattutto come; affinando tutto il nostro corpo, anche le sensazioni più profonde, per percepire un mondo diverso». Un´esperienza che ti segna, che ti fa cambiare le prospettive, spiega dal canto suo Edoardo Garrone, presidente del Gruppo Erg, che sostiene come principale sponsor il progetto "Dialogo nel buio": un´esperienza multisensoriale che, dal 14 ottobre prossimo (in pieno Festival della Scienza, come sottolinea la sindaco Marta Vincenzi) e fino al primo luglio del 2012, prenderà letteralmente per mano adulti e bambini, per un viaggio lungo 45 minuti, all´interno di una grande "scatola" scura di 260 metri quadri, sistemata in piazza Caricamento. A due passi dall´Acquario e dalle altre strutture del Porto Antico, a partire dalla Città dei Bambini, con cui sarà collegato per diverse offerte di visita per bambini e adulti: perché non si tratterà solo di affidarsi, a gruppetti di sei-sette persone, ad una persona non vedente, scoprendo con le mani, il naso, le orecchie, il gusto ma anche il cuore e il sé più profondo, gli ambienti che via via verranno attraversati, ma lasciarsi andare a scoprire una diversa maniera di intendere il mondo. E, quindi, di intendere la diversità e la diversa abilità delle persone.
Un grandissimo richiamo culturale, quindi, e soprattutto umano. A Milano, promosso nel 2005 dall´Istituto dei Ciechi e divenuto ormai stabile, il percorso ha avuto 500 mila visitatori - il 70% scolari e studenti - e dà anche lavoro ad una cinquantina di persone, ha ricordato Rodolfo Masto, commissario straordinario dell´istituto. Un evento di lunga durata, accompagnato da approfondimenti scientifici e sociali, ma anche da tanti momenti diversi: se le mattine saranno soprattutto riservate alle scuole, al pomeriggio ci sarà spazio per le aziende, perché nel buio mettano alla prova del gruppo i loro manager o collaboratori; e infine le sere, con cene, aperitivi, reading letterari, teatro. Profumi, gusti, oggetti da toccare e da riconoscere: lungo il percorso si incrociano cinque ambienti diversi - volutamente non si dice quali, ma Edoardo Garrone, sorridendo, rivela lo stupore di come ci si trova nell´andare , senza vederlo, al bar a bere una bibita - e poi, al di là del disorien tamento, la certezza: darsi da fare per capire che non c´è un solo modo di "vedere", o di sentire.
Marta Vincenzi, a sua volta, non ha dubbi: «Mi sembra che questa iniziativa coincida tanto, e simbolicamente, con questo momento storico: vedere oltre al società dell´immagine, che ci fa impoverire tutto il resto. Sarà una maniera per rendersi conto che la guida per uscire dal buio, e che è un non vedente, ci porta a capovolgere le tradizionali scalette di soluzioni». Nel buio per vederci chiaro, insomma; l´esperienza costerà 4 euro per le scuole, 7 euro per gli adulti. Oltre ad Erg, sponsor dell´iniziativa sono Kraft Foods e Ansaldo Energia, con il patrocinio del Comune.

lunedì 25 luglio 2011

"I COLORI DEL BUIO": un romanzo da leggere tutto d'un fiato!

Amici vi posto la prefazione del libro "I colori del buio! con la sicurezza che susciti a voi la stessa curiosità che ha suscitato in me e vi stimoli la voglia di leggerlo.... Chiara.

"I COLORI DEL BUIO": un romanzo da leggere tutto d'un fiato!

Laura Boerci Filippo Visentin
"I colori del buio" - Ibiskos Editrice Risolo 2009

Prefazione di Daniela Floriduz
È la primavera del 1948. L'Italia, nella decisiva tornata
elettorale del 18 aprile, si appresta a consegnare il proprio
futuro a "due opposte Chiese": quella comunista e quella
cattolica. La Grande Storia irrompe nel microcosmo rurale di Badile,
borgo situato a una decina di chilometri da Milano. La vita di quella
piccola comunità, scandita
dal ritmo eterno delle stagioni e dei riti religiosi, registra
con sgomento e stupore il "nuovo che avanza": i giovani
avvertono la presenza di un futuro che preme, incalzante, inducendoli
a coltivare speranze di riscatto sociale, di una vita diversa da
quella dei padri; le donne sono chiamate a nuove responsabilità
politiche, sono combattute
fra la fissazione tradizionale del loro ruolo e il desiderio di
affermare se stesse e si interrogano su un domani, reso incerto dalla
guerra appena conclusa, dalla miseria imperante. Sullo sfondo,
avanzano, rombando, i nuovi simboli del progresso, dalla Gilera alla
Topolino, premonitori di quell'avvenire industriale del Nord Italia
che esploderà nel boom economico, nel miracolo italiano. Badile è
cifra, metafora di altrettanti paesini adagiati sulle campagne del
Lombardo-Veneto, dove la povertà impone la sua ferrea legge di stenti
e ristrettezze, attivando meccanismi
di solidarietà, di vicinato, ma anche attizzando pregiudizi atavici,
nutriti di pettegolezzo paesano. Su questo sfondo, campeggia la storia
di Sergio e Marta, una storia che
potremmo definire come la traduzione concreta, affettiva, di ciò che
comunemente va sotto il nome di integrazione sociale. I due
protagonisti, infatti, ben lungi dal rappresentare esclusivamente se
stessi, permettono di mettere in scena da un lato il pregiudizio di
classe, dall'altro la disabilità, in particolare quella visiva. Potrà
mai sorgere una storia d'amore tra una contadina ed un ricco borghese,
colpito alla nascita dalla cecità? È una domanda che risuona con
accenti immutati anche oggi, quando tante barriere si sono sgretolate,
anche per effetto dei mass media, che hanno contribuito, in parte, ad
avvicinare le persone, ad estirpare l'ignoranza. Eppure, anche nelle
nostre società cosiddette evolute, è ancora necessario abbattere
innumerevoli cliché fossilizzati che, rendendo miopi gli occhi delle
menti, impediscono di osservare le persone per ciò che sono, al di là
delle loro caratteristiche esteriori. Anche
oggi la "diversità" genera timore, non curiosità e viene vista e
vissuta come un limite, non tanto come una forma di arricchimento,
forse per il disagio inconsapevole che impedisce a molti di guardarsi
dentro, per la paura di incontrare quell'alterità profonda che abita
dentro ad ognuno, alterità con la quale la frenesia della vita
quotidiana vieta di fare concretamente e seriamente i conti.
L'incontro
tra Marta e Sergio è descritto senza accenti di retorica e di
pietismo, due tonalità che accade assai di frequente di incontrare
oggi, in una società che vive di strumentalizzazioni, inducendo di
frequente a distogliere lo sguardo dal nucleo essenziale, problematico
e stimolante della disabilità. Dunque, due universi che,
intrecciandosi, si completano e si estendono, esplorando non solo
tonalità emotive inedite, ma anche un vissuto di esperienze che solo
raramente hanno l'opportunità e la fortunata coincidenza di dilatarsi,
trascendendo se stesse. Dopo l'incontro, qualunque ne sia l'esito,
Marta e Sergio sono entrambi mutati nel profondo, cresciuti, diventati
migliori. Per entrambi, si tratta di una scuola di emozioni di rara
intensità, che conferisce significato e pregnanza ad una vita, resa
grigia dalla miseria da un lato, dall'ingiustizia ottusa della forzata
solitudine dall'altro. Un romanzo di formazione, che descrive il sogno
di non finire con le spalle al muro dopo essere stati espropriati di
un futuro autentico, personale, autonomo, da un destino già assegnato
alla nascita. Un canto alla vita, che esplode con i colori della
primavera e delle speranze tipiche di quella stagione creativa che è
l'adolescenza. Gli autori hanno dipanato la storia osservandola
dall'angolatura prospettica dei vari personaggi,
orchestrando sapientemente il filo della suspance, mantenendo il
lettore in sospeso nei momenti decisivi della narrazione. Hanno saputo
scambiarsi il testimone del racconto in una sorta di staffetta
narrativa, che conferisce equilibrio al romanzo, attraverso un duetto
che, non di rado, esplode nell'unisono. L'impianto assume a volte
un'architettura teatrale, sulla quale le battute dei personaggi si
stagliano, riempiendo la scena. Il linguaggio accarezza,
sfiorandoli, i turbamenti, le intenzioni, i pensieri nascosti nelle
pieghe dell'animo dei personaggi, oppure, assumendo accenti di
brillante ironia, alleggerisce la tensione narrativa, imprimendovi
quella tinta popolare, che è dato di
riscontrare, ad esempio, nella cinematografia neorealista che ritraeva
la stessa cornice storica del romanzo. Piacevolissimi squarci
dialettali, che sembrano quasi sfuggiti
alle labbra dei personaggi, conferiscono spontaneità e colore al
racconto, esaltandone la forza e la vivacità scenica.

Per contattare gli autori:

www.lauraboerci.com

www.filippovisentin.it

Guardare oltre la vista. Ciechi e ipovedenti al volante

L'iniziativa di Mite consente ai non vedenti di partecipare a rally. Ma spesso auto sui marciapiedi e bici sono ostacoli imprevisti

VERONA. Quando si ha la tentazione, magari solo perchè si ha fretta, di parcheggiare l'auto sopra un marciapiede, bisogna pensare alle persone per cui uno spazio pedonale libero, sicuro e a norma significa libertà di movimento. È il caso dei non vedenti e degli ipovedenti, che chiedono il rispetto dei propri diritti di cittadini. Nella nostra provincia, la Uic (Unione italiana ciechi) conta 500 associati, ma si calcola che siano tre volte tanti i veronesi con disabilità visiva causata da malattie genetiche come la retinite pigmentosa, dall'invecchiamento o da traumi. Un'iniziativa singolare, ieri mattina, ha voluto attirare l'attenzione sul tema, riunendo in piazza San Zeno, davanti alla basilica, gli esponenti di Gold-vis, acronimo di «Guardare oltre la disabilità visiva», associazione presieduta da Maurizio Mariotto.
Road book alla mano, trenta uomini e donne di diversa età, ciechi o ipovedenti, non solo veronesi ma anche veneziani, torinesi, romani e leccesi, sono saliti a bordo di altrettanti fuoristrada, a fianco di piloti professionisti, per svolgere il ruolo di navigatori grazie a mappe stradali tradotte in braille. Destinazione Breonio, sopra Fumane, dove il gruppo ha pranzato in ristorante. Ma il bello è venuto dopo, nella pista Terre Rosse a Sant'Ambrogio di Valpolicella, dove piloti e navigatori si sono scambiati posto e funzione. E i non vedenti hanno potuto sperimentare per la prima volta l'emozione della guida, oppure ripescarla dalla memoria di quando ancora riuscivano a vedere.
Hanno reso possibile quest'esperienza i rappresentanti di Mite (Mit insieme together ensamble, cioè «insieme» in quattro lingue), il progetto curato da Gilberto Pozza, che dà l'opportunità a persone non vedenti di partecipare come navigatori a gare di rally nazionali e internazionali. C'erano poi il responsabile di Jambo Club 4x4 Matteo Sona e il segretario della Federazione nazionale fuoristrada Andrea Colombo.
«Perché guidare? Per divertimento e sfida: tra noi ci sono persone che l'hanno sempre sognato, soprattutto i giovani. Ma oltre al lato ricreativo, con questa iniziativa vorremmo attirare l'attenzione sulle carenze di accessibilità che ha la nostra città», spiega Mariotto. «A parte auto, moto e bici parcheggiate in modo irregolare sui marciapiedi, i semafori sonori dovrebbero essere molto più diffusi ed efficienti. Un'altra battaglia è quella per introdurre sugli autobus la sintesi vocale, cosicché anche un cieco possa sapere a quale fermata ci si sta avvicinando, come sul treno. Intanto ringraziamo il sindaco Tosi per averci concesso l'uso di piazza San Zeno per la nostra partenza coi fuoristrada».
Com'è la giornata di una persona non vedente? «Normalissima. Solo un po' più complicata», sorride Benjamat, 30 anni, una giovane di origine tailandese ma da 17 anni a Verona. «Faccio la centralinista in centro storico. Vado e torno dal lavoro a piedi guidata da Menta, una labrador bravissima e molto ruffiana. La mia casa è come quella di ogni altra persona: non ho bisogno di un mobilio particolare. L'unica cosa che mi farebbe comodo sarebbe la lavatrice con i comandi in rilievo, ma costa troppo perché se ne producono poche. Ho imparato a memoria i comandi di lavaggio e mi arrangio lo stesso». Suo marito, Christian, 33 anni, ipovedente, dice: «Vogliamo sensibilizzare la gente. Abbiamo partecipato anche a cene al buio, dove i non vedenti facevano i camerieri e i vedenti gli ospiti. Sono tutti modi per abbattere stereotipi e far capire che siamo ancora molto indietro in tema di accessibilità». (L.CO.)

domenica 24 luglio 2011

Pescara: Non vedenti, cure sospese

Non vedenti, cure sospese

PESCARA. Quattordici ragazzi pluriminorati da un mese sono senza assistenza domiciliare. La convenzione tra la Provincia e lâ•˙Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti (Uici) è scaduta il 30 giugno scorso. Dopo le proroghe temporanee del servizio, che sono state portate avanti fin dal febbraio scorso, e le successive rassicurazioni verbali, ad oggi le famiglie non hanno ricevuto alcun segnale che lasci presagire unâ•˙inversione di rotta.
Il servizio è incentrato su 6 ore settimanali destinate a 14 disabili e pluriminorati che soffrono anche di deficit visivi. Ã√ una prestazione che si aggiunge alle terapie che i ragazzi svolgono quotidianamente nelle strutture territoriali speciali come il centro adriatico Paolo VI o il Don Orione. Il personale è stato formato dalla Lega del filo dâ•˙oro nel biennio 1999-2000: si tratta di sei operatrici altamente qualificate che hanno il compito di assistere, educare e aiutare i ragazzi a riempire il proprio tempo libero, oltre che alleggerire il carico di stress e sofferenze vissuto dalle famiglie.
I fondi per lâ•˙assistenza domiciliare sono previsti dalla legge nazionale numero 284 del 1997 e sono smistati dallo Stato alle regioni e alle rispettive province. A Pescara il servizio destinato ai ciechi pluriminorati finora è andato avanti senza interruzione per oltre un decennio, da quando la Provincia ha scelto di affidarne il coordinamento alla Uici. Nei mesi scorsi, la riduzione dei fondi destinati al sociale ha fatto suonare il campanello dâ•˙allarme tra le 14 famiglie beneficiarie dellâ•˙assistenza. Il tam tam negli uffici della Provincia è stato accompagnato da decine di lettere, telefonate, sollecitazioni e colloqui da parte del presidente dellâ•˙Uici Marcello Antonacci per cercare di sensibilizzare gli enti competenti sulla difficile condizione vissuta dai genitori dei ragazzi che sono stati privati dellâ•˙assistenza domiciliare dallâ•˙oggi al domani. Lâ•˙ultimo confronto câ•˙è stato martedì scorso con lâ•˙assessore provinciale per le Politiche sociali Valter Cozzi.  «Anche il presidente Guerino Testa è al corrente della situazione», riferisce Antonacci, «non vogliamo fare rumore né alzare polveroni, anzi nutriamo ancora la speranza che a breve il servizio possa sbloccarsi e si arrivi al rinnovo della convenzione per almeno un anno». La onlus si dice pronta a collaborare e a riprendere il servizio non appena arriveranno le risposte dalla Provincia. «In caso contrario», prosegue Antonacci, «siamo pronti ad andare fino in fondo per rivendicare e tutelare i diritti dei nostri cari. Dallâ•˙esterno si pensa a noi come a unâ•˙isola felice, ma non è così e i disagi li viviamo ogni giorno sulla nostra pelle».

di Ylenia Giffuni

Prove su fuoristrada dedicate ai non vedenti

VERONA. Si svolgerà domenica, da piazza San Zeno, l'iniziativa «Oltre l'ostacolo», che permetterà a una ventina di giovani non vedenti di fare prove di guida su fuoristrada. L'iniziativa è stata presentata dall'assessore ai Servizi sociali Stefano Bertacco e i rappresentanti delle associazioni che promuovono l'iniziativa: il presidente di Goldvis (Guardare oltre la disabilità visiva) Maurizio Mariotto, Gilberto Pozza di «For Handicap», il responsabile di «Jambo Club 4x4» Matteo Sona e il segretario della Federazione nazionale Fuoristrada Andrea Colombo.
L'iniziativa rientra nel progetto «Mite», acronimo di «Mit Insieme Together Ensamble», che significa insieme in quattro lingue, e che dà l'opportunità a persone non vedenti di partecipare, come navigatori, a gare di rally nazionali e internazionali . «Oltre ad avere un importante e innovativo valore sportivo», spiega Bertacco, «l'iniziativa promuove un messaggio di solidarietà ed integrazione. Anche le persone non vedenti potranno provare l'esperienza di guidare in pista con esperti automobilisti». Lo staff del progetto Mite trascrive il road book (libro con il percorso automobilistico) in braille, dando la possibilità ai navigatori non vedenti di svolgere il loro ruolo. La partenza è da piazza San Zeno alle 9.30 con circa 30 fuoristrada con equipaggi composti da un vedente, alla guida, e da un non vedente che, con il road book in braille farà il navigatore. Il percorso si snoderà in Valpolicella.

venerdì 22 luglio 2011

Comunicato stampa dell' Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti

Manovra. Uic: "Non è equo addossare un simile peso ai più deboli"

Preoccupazione per il "drastico ed indiscriminato intervento nel settore fiscale e assistenziale" della manovra, dalla diminuzione delle agevolazioni fiscali alle risorse per l'integrazione. "Effetti pesantissimi per le famiglie e persone con disabilità"

ROMA. “Siamo preoccupati per il drastico ed indiscriminato intervento nel settore fiscale e assistenziale dal quale si conta di recuperare a regime ben 24 miliardi euro”. È quanto afferma l’Unione italiana ciechi e ipovedenti che in un comunicato stampa esprimono tutta la preoccupazione in merito al testo della manovra “fulmineamente approvata dal Parlamento ed ulteriormente appesantita rispetto alla portata iniziale, rivelatosi un insieme di disposizioni dagli effetti pesantissimi per le famiglie e ancora di più per le persone con disabilità”. Per l’Uic gli interventi denunciati avverranno in seguito ad una “diminuzione della quasi totalità delle agevolazioni fiscali per la maggioranza dei contribuenti. Per l’esattezza la diminuzione sarà pari al 5% dal 2013 e al 20% nel 2014”. Per l’Uic “non è equo, e probabilmente neanche sostenibile nel medio-lungo periodo, addossare un simile peso sull’intero sistema del welfare nazionale e, in particolare, su quegl i strati della popolazione già di per sé ai limiti di una reale integrazione sociale come quelli che vedono al loro interno persone con gravi disabilità, anziani, bambini o, comunque, soggetti bisognosi di continua assistenza e sostegno come i ciechi o gli ipovedenti”.

Secondo l’Unione italiana ciechi e ipovedenti, infatti, la gran parte delle riduzioni riguardano direttamente le famiglie e investono le più comuni detrazioni e deduzioni. “Viene ridotta anche la possibilità di dedurre le spese mediche di assistenza specifica per le persone con grave disabilità (es. infermiere, terapista), nonché la possibilità di detrarre le spese per ausili, veicoli, sussidi tecnici informatici, cani guida per non vedenti, deduzioni e detrazioni per le badanti”. Una riduzione “lineare” che andrà ad “incidere su tutte le famiglie ma in modo ancora più decisivo sui nuclei in cui è presente una persona anziana non autosufficiente o con disabilità, che saranno colpiti due volte. Infatti, le diminuzioni di detrazioni e deduzioni verranno pagate da tutti i contribuenti, inclusi quelli che hanno a loro carico una persona con disabilità: in aggiunta, però, questi ultimi vedranno ridurre anche le specifiche detrazioni e deduzioni a loro riservate e ri feribili a maggiori (e inevitabili) spese sostenute”. Tra i rischi paventati dall’Uic anche quello riguardante i redditi. “Le deduzioni per l’assistenza specifica in caso di grave handicap andranno ad operare sul reddito imponibile, abbassandolo, diversamente dalle detrazioni che invece abbassano percentualmente l’imposta. In futuro, quando quelle deduzioni saranno ridotte del 20%, il rischio è che il reddito lordo superi determinate soglie e quindi venga tassato con un’aliquota superiore, ovvero si esca dalle fasce che hanno garantiti trattamenti assistenziali, come le pensioni di invalidità”.

Dal testo della manovra, spiega l’Uic, “ci sembra intendere che o il recupero di spesa per 24 miliardi verrà effettuato in generale a carico dell’assistenza e della spesa sociale, oppure rimarranno in vigore le riduzioni alle agevolazioni fiscali”. Centrale, quindi, l’approvazione della legge delega sulla riforma del fisco e dell’assistenza, “ma con queste premesse anche l’attesa riforma ha tutte le premesse per rivelarsi molto rischiosa per le persone anziane o con disabilità, soprattutto a causa dell’ampio margine di discrezionalità lasciato al legislatore in un settore così delicato per decidere chi potrà continuare ad accedere a prestazioni sociali o sanitarie agevolate e chi, invece, non avrà più diritto a simili prestazioni”. Non mancano, infine, i dubbi in tema di contenzioso sull’invalidità civile e, soprattutto, sul sostegno agli alunni disabili “che non chiariscono sufficientemente le risorse effettivamente disponibili per l’integrazione s colastica. Senza contare i ben noti effetti negativi, questi immediatamente operativi, sulla spesa sanitaria con l’introduzione di ticket e altre misure che sono tese a contenere la spesa per i dispositivi medici e la spesa protesica (ausili, protesi, ortesi) mediante la fissazione di un tetto annuale che potrà essere sforato solo a carico delle singole Regioni”. (ga)

giovedì 21 luglio 2011

Ford per non vedenti un giorno alla guida

Ford per non vedenti un giorno alla guida

COLONIA. L'idea è questa: migliorare la sicurezza degli ipovedenti che già guidano, soprattutto in condizioni di traffico, e per diffondere la consapevolezza di quanto maggiori siano per loro le difficoltà alla guida. Così trenta, fra non vedenti e ipovedenti, sono stati ospiti del Ford Development Centre di Merkenich, Colonia, e hanno potuto per un giorno mettersi al volante, "con l'aiuto di personale esperto", come spiegano alla Ford. Ossia con un team di istruttori professionisti.

E non si è trattato di un gioco visto che il pilota più veloce ha raggiunto una velocità di 120 km/h. "Ma la cosa più importante - spiegano i tecnici - è invece aver permesso ad alcuni non vedenti e ipovedenti di migliorare la conoscenza dei veicoli e del traffico, acquisendo delle informazioni che possono essere loro d'aiuto nell'orientarsi per strada nella vita di tutti i giorni".

"E' davvero un onore far parte dell'organizzazione di un evento grazie al quale non vedenti e ipovedenti hanno potuto avere l'opportunità di guidare una moderna auto Ford, ma siamo qui anche per imparare," ha dichiarato Wolfgang Schneider, Vice Presidente Governmental and Environmental Affairs, di Ford Europa. "Nel traffico, persone con difficoltà visive si orientano utilizzando maggiormente l'udito, e per loro è più difficile stimare correttamente dimensioni e velocità delle altre auto. Vogliamo aiutarli a risolvere problemi di questo tipo, incoraggiandoli a incrementare la loro esperienza, esperienza dalla quale anche noi possiamo imparare molto."

Il progetto "Driving for Blind and Visually Handicapped People" (Guidare in condizioni di cecità o di ipovisione) è stato sviluppato da Ford Germania in collaborazione con l'Arcivescovato di Colonia e con l'aiuto dell'Associazione Federale Tedesca Istruttori di Guida, la polizia di Colonia, nonché di autoclub e associazioni di beneficenza. 53 impiegati Ford si sono inoltre offerti volontari per aiutare a organizzare l'evento, partecipando al programma Ford Community Involvement.

lunedì 18 luglio 2011

VERONA. È tornato in Italia per un periodo di vacanza padre Fabio Gilli, 76 anni, trentino, missionario comboniano cieco e fondatore in Togo di Centri per ragazzi non vedenti, realtà sostenute concretamente da tempo anche dall'associazione Santa Lucia. «Porto riconoscenza per quello che fate», ha detto il religioso, di passaggio a Verona. Non vedente, da anni ha scelto di vivere tra i giovani ciechi dell'Africa, gli ultimi tra gli ultimi. Per aiutarli. Proprio lui che, ancora ragazzino, un giorno a scuola fu l'unico dei suoi compagni a non alzare la mano quando un missionario chiese alla classe di piccoli scolari chi volesse seguirlo nel Continente nero.
«Quel missionario è partito ma le sue parole non sono partite dal mio cuore», ci racconta oggi nella Casa madre dei comboniani. La sua malattia agli occhi, che andò progressivamente peggiorando fino a ridurlo alla completa cecità, gli fu diagnosticata nel 1956 quando era studente a Verona. Nel 1963 viene ordinato sacerdote. Nel 1965 parte per il Togo dove rimane alcuni anni e poi si reca a Parigi assieme a dei teologi comboniani.
«A Parigi», ricorda, «l'oculista mi disse che non c'era più niente da fare. Era giovedì 20 settembre 1973», precisa. «È stato un anno di dura lotta in me, non accettavo questa situazione, pregavo molto e negoziavo un po' col Signore». Poi aggiunge: «Ho avuto fiducia in Lui e subito tutte le paure sono sparite, ho ritrovato il gusto di essere missionario, di ripartire, di annunciare il Vangelo e da quel giorno è cominciata a sorgere in me una luce nuova che aumentava man mano che la luce di quaggiù diminuiva».
A Firenze ha imparato molto velocemente il braille, tanto da meravigliare perfino i suoi insegnanti. Gli è sembrato di «resuscitare», narra. Così ha pensato di portare questa esperienza in Togo. «Ho capito che il Signore mi aveva chiuso gli occhi perché li aprissi alle necessità dei ciechi del Togo, perché prima, quando ero laggiù, non li vedevo». Nel 1982 è iniziata la realizzazione del Centro Kekeli Neva di Togoville, per la scolarizzazione dei ragazzi ciechi, inaugurato nel 1985. Molti di loro adesso sono maestri, professori, altri si stanno laureando, uno diventerà avvocato e ha già fatto il dottorato arrivando quinto su 6.000 partecipanti.
«All'inizio la gente ci guardava incredula e con diffidenza», sottolinea padre Gilli. In tutti questi anni, sono passati per la struttura diverse centinaia di ragazzi. Più tardi nella capitale Lomè, promosso dall'associazione Santa Lucia, è sorto il Centro Santa Lucia dove i togolesi ciechi ed ipovedenti, raggiunta la maggiore età, ricevono una preparazione professionale. Il religioso ci tiene ad evidenziare una coincidenza: «È stato inaugurato giovedì 20 settembre 2007». Qui possono frequentare corsi biennali di tessitura, kinesiterapia, musica e informatica (grazie a computer con speciali tastiere e stampanti braille).
Uno di questi giovani, ora, vorrebbe aprire a Kpalimè una sorta di succursale del Centro per insegnare la chinesiterapia ad altri ragazzi ciechi. Ora è in corso un progetto agropastorale per la coltivazione e la lavorazione della manioca da parte dei ciechi. I Centri, divenuti punti di riferimento per la popolazione, sono gestiti dalle suore della congregazione Notre Dame de l'Eglise.
In Togo il non vedente è considerato maledetto da Dio. Le suore faticavano nei villaggi a convincere i genitori ad affidare i figli ciechi al Centro. Ma la bontà di questi progetti di promozione della dignità umana, che offrono una speranza di futuro ai ciechi (prima destinati solo a fare i mendicanti) ha trasformato la mentalità della gente del luogo. «I ciechi prima venivano insultati, ora sono rispettati», testimonia padre Fabio. Cosa ha imparato dai ragazzi non vedenti del Togo? «La tenacia, la perseveranza, mi hanno insegnato a non perdersi di coraggio, a cominciare e ricominciare», risponde il religioso. Che aggiunge: «Quando sono andato giù constatando la loro miseria, le loro necessità, ho dimenticato i miei mali. Così mi hanno aiutato, aprendomi il cuore».
«È un modo concreto per testimoniare la fede, di evangelizzare», afferma Igino Mengalli, presidente dell'associazione Santa Lucia che da 20 anni è unita da un ponte di solidarietà con i ciechi del Togo (ospitati a Verona l'anno del Giubileo) attraverso adozioni a distanza, raccolta di libere offerte e organizzazione di eventi a favore dei Centri.
Padre Gilli tornerà in Togo il prossimo 30 agosto. Lo accompagnerà Mengalli, che rimarrà laggiù 15 giorni per conoscere e documentare l'evoluzione dei Centri e, quindi, trasmettere poi qui le necessità e stimolare la catena di partecipazione solidale.

Marco Scipolo

mercoledì 6 luglio 2011

Disabili visivi: al via il concorso di poesia

ROMA. Un concorso di poesia aperto a chiunque viva una disabilità visiva, totale o parziale, e senza alcun limite di età: è tutto pronto per la XX edizione del concorso promosso dall'Unione italiana ciechi e ipovedenti di Reggio Emilia su tutto il territorio nazionale. Il concorso è infatti aperto a tutti i ciechi assoluti e ai disabili visivi con un residuo non superiore ad 1/10, soci o non soci dell'Unione italiana ciechi ed ipovedenti (Uici).

Le regole.
Le opere devono essere contrassegnate da un motto o da una sigla e, alle stesse, deve essere unita una busta chiusa recante esternamente il motto ma senza indicazione del mittente. All'interno della busta, deve essere contenuto nuovamente il motto o la sigla, e le generalità dell'autore: nome, cognome, età, indirizzo, numero telefonico e la dichiarazione di appartenere alla categoria dei disabili visivi con un visus non superiore ad 1/10. La sezione Uici di Reggio Emilia si riserva comunque in qualsiasi momento di verificare la veridicità di quanto dichiarato mediante richiesta del verbale attestante la minorazione.

Iscrizioni e modalità.
Ogni partecipante deve versare un contributo di iscrizione di 10 euro su conto corrente postale 14981427, intestato a Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti corso Garibaldi 26 42121 Reggio Emilia. Una copia della ricevuta va riposta anche nella busta contenente i dati personali. Ogni concorrente può inviare un massimo di due opere che non abbiano partecipato alle precedenti edizioni del concorso, in scrittura braille o in nero. Le opere devono pervenire all'Uici - sezione di Reggio Emilia, corso Garibaldi 26, entro le ore 12 di venerdì 21 ottobre 2011, indicando sulla busta l'edizione del concorso (ventesima, ndr).

Esito e premiazione.
Le buste con le generalità dei partecipanti vengono aperte solo dopo che la giuria ha stilato la graduatoria delle opere. Ai concorrenti viene data comunicazione dell'esito del concorso, del luogo e del giorno della premiazione, la cui data è presumibilmente quella di domenica 27 novembre 2011. La sezione si riserva il diritto di raccogliere le opere partecipanti al concorso in un volume o in cassetta. Nel concorso di poesia vengono premiate le prime 3 opere classificate a giudizio insindacabile della giuria, nominata dal consiglio provinciale dell'Uici, con l'assegnazione dei seguenti premi: I classificato, 600 euro; II classificato, 400 euro; III classificato, 200 euro. Per ulteriori informazioni o chiarimenti, rivolgersi alla segreteria della sezione Uici di Reggio Emilia al numero telefico 0522/43 56 56 o all'email uicre@libero.it. (eb)

“Risalire il vento” – Montesilvano 23 (24) luglio 2011.

Oggetto: “Risalire il vento” – Montesilvano 23 (24) luglio 2011.

Nella riunione del Consiglio Reg.le UICI d’Abruzzo del 28 maggio 2011 e stato deciso di riproporre anche per quest’anno l’iniziativa in oggetto consistente in una giornata ricreativo-sportiva sul mare in collaborazione con l’Associazione “Cala di Ulisse” e la UISP Abruzzo. L’iniziativa si terrà il 23 luglio 2011 (ed in caso di cattivo tempo il giorno successivo) presso lo stabilimento balneare “La Saturnia” di Montesilvano (situata all’altezza di via Adige).

Durante la mattinata, dopo un breve convegno di apertura tenuto dal Dott. Oriano Notarandrea, saranno svolte le seguenti attività: uscite assistite in barca a vela, in catamarano, in canoa, in pedalò, lezioni di wake board, banana e ciambella taxi oltre a prove di immersioni subaquee. Nel pomeriggio l’Associazione “Wake board” d’Abruzzo sarà a disposizione per giri completi di 10 minuti al costo di € 10,00. Tutta la giornata si svolgerà all’insegna della convivialità presso le due palme messe a disposizione dallo stabilimento balneare. Inoltre questo Consiglio Regionale UICI offrirà ai partecipanti una colazione a base di pizze, panini e bevande da consumarsi alle ore 13,00 presso lo stabilimento.

L’incontro presso lo stabilimento balneare “La Saturnia” è fissato per le ore 9,30 del giorno 23 luglio 2011.
Le adesioni devono pervenire a questo ufficio (tel. 085/4217414 – e-mail: uicabru@uiciechi.it) entro e non oltre le ore 12,00 di venerdì 15 luglio 2011.
Cordiali saluti.

IL PRESIDENTE
( Rocco Ing.Velli )

sabato 2 luglio 2011

E' cieca ma gioca ai videopoker

E' cieca ma gioca a videopoker

LECCE. Dal 2008 percepisce una pensione di invalidità risultando cieca assoluta, e quindi invalida civile 100 per cento. Una presunta invalidità che non le ha impedito, però, di recarsi con una certa assiduità a giocare ai videopoker in una sala giochi. La donna, una 41enne, è stata ora denunciata a piede libero dai carabinieri della Compagnia di Maglie, guidati dal maggiore Andrea Azzolini, per truffa aggravata ai danni dell'Inps. Sono stati gli stessi militari dell'Arma, dopo aver raccolto alcune voci che da tempo circolavano in paese, a decidere di indagare. L'illecito In molti, infatti, avevano notato l'atteggiamento sospetto della donna, originaria di Maglie, che da alcuni anni era solita andare in giro con tanto di bastone e cane guida per non vedenti. Negli ultimi tempi, però, qualcosa era cambiato e la 41enne, oltre a muoversi con una certa facilità, era stata letteralmente risucchiata dalla passione per il gioco. I carabinieri hanno quindi deci so di pedinare e osservare attentamente i movimenti della presunta cieca, sempre più convinti del fatto che dietro alla presunta invalidità si nascondesse qualcosa di illecito. Ed è per queste ragioni che hanno deciso di intervenire e documentare, il 13 giugno scorso, una delle serate trascorse dalla 41enne a giovare ai videopoker. Attraverso l'acquisizione dei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza dell'esercizio commerciale, i militari hanno ricostruito movimenti e atteggiamenti della presunta invalida che verso le 19.30 si è recata, accompagnata dalla madre, nella sala giochi. Le immagini hanno permesso di immortalare la donna che, dopo aver varcato l'ingresso della sala giochi, prende uno sgabello e accomoda, si sfila gli occhialoni neri e con disinvoltura si abbandona piacere del gioco, seguendo con attenzione i punteggi che di volta in volta apparivano sui monitor, tra l'altro per nulla infastidita dalla luce intensa prodotta dagli stessi. Nella stessa ser ata alcuni carabinieri erano presenti nella sala giochi, mescolati agli altri clienti, per sorvegliare la situazione in tempo reale. Quando la donna ha cominciato a giocare alle macchinette elettroniche sono entrati in azione chiedendo i documenti a tutti presenti. A questa richiesta, la donna è sembrata visibilmente contrariata, ha infilato nuovamente gli occhiali scuri e, scansando facilmente sedie e persone, ha raggiunto la madre, affidandole il compito di fornire le generalità di entrambe, in quanto cieca. Una presunta sceneggiata che non ha convinto gli inquirenti, certi che dietro la cieca assoluta si nasconda in realtà una truffatrice. Le indagini proseguono per risalire, su delega della Procura della Repubblica di Lecce, ai membri della commissione medica che nel 2007 valutò la donna ritenendola cieca assoluta e dando, di fatto, il via libera all'ottenimento della pensione di invalidità. Interviene l'Inps Dal 2008 a oggi la 41enne avrebbe già percepito una cifra vicina ai 48mila euro. L'indagata sarà, con ogni probabilità, sottoposta a visite specialistiche per stabilire in quale misura sia non vedente o se la sua condizione di cecità sia pura invenzione. La vicenda è stata anche trasmessa per competenza alla sede Inps di Lecce che aprirà un fascicolo parallelo per valutare il fascicolo relativo alla donna e decidere innanzitutto se sospendere l'erogazione della pensione di invalidità. Non è escluso che sia lo stesso Istituto a decidere di sottoporre la donna a nuovi accertamenti medici che, nel caso fosse accertata la truffa, porterebbero a chiedere la restituzione di quanto indebitamente percepito sino a oggi. Andrea Morrone