giovedì 17 febbraio 2011

Il Consiglio d'Europa e la riforma della Corte europea dei diritti dell'uomo

Cari Amici,

Nella speranza di farvi cosa gradita vi invio alcune informazioni sui dibattiti in seno al Consiglio d'Europa che riguardano da vicino la vita di tutti i cittadini europei e in particolare quella dei cittadini piu' vulnerabili.

Da alcuni anni ormai, ho il compito di rappresentare l'Unione Europea dei Ciechi, di cui sono il Secondo Vice-Presidente, in seno alla Conferenza delle ONG internazionali con status partecipativo presso il Consiglio d'Europa. Si tratta di circa 400 ONG internazionali appartenenti ai piu' diversi settori della societa' civile che si impegnano a unire i loro sforzi per garantire sostegno ai principi fondatori del Consiglio d'Europa (diritti umani, stato di diritto e democrazia) nei 47 stati membri del Consiglio. In questo ultimo periodo le discussioni della Conferenza delle ONG internazionali si sono concentrate, tra l'altro, sulla Corte europea dei diritti dell'uomo, che sta attraversando un periodo di riforma finalizzato a rendere piu' efficace il suo lavoro. Per comprendere appieno i vantaggi e i possibili svantaggi di questa riforma e' necessario prima aver ben presente che cosa sia la Corte europea dei diritti dell'uomo. Si tratta di un tribunale sovra-nazionale la cui fondazione, avvenuta nel 1959, e' una conseguenza dell'applicazione della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle liberta' fondamentali del Consiglio d'Europa. Alla Corte europea dei diritti dell'uomo individui e organizzazioni possono fare appello contro gli Stati in caso di supposta violazione dei diritti umani e dopo aver esperito tutte le vie legali nazionali. Gli Stati che aderiscono alla Convenzione (in pratica tutti i paesi dell'Europa continentale meno la Bielorussia) devono conformarsi ai verdetti di questo tribunale e, fatto di grande importanza legislativa, con la recente sottoscrizione da parte dell'Unione europea della Convezione dei diritti dell'uomo anche la Corte di giustizia europea e' tenuta al rispetto delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo. "Vittima del suo stesso successo", quest'ultima ha pero' dovuto confrontarsi con un numero sempre crescente di casi (dal 8400 nel 1999 a 57000 nel 2009) con il risultato di trovarsi nel 2010 con 120000 casi in arretrato. La riforma della Corte, che ha avuto una prima fase di attuazione nel giugno 2010, ha rafforzato le capacita' del Consiglio d'Europa di far applicare i verdetti della Corte da parte degli Stati Parte, ha apportato una serie di modifiche al funzionamento interno della Corte (es. la riduzione del numero di giudici richiesto per occuparsi di quei casi definiti minori) e ai criteri di ammissibilita', che sono stati resi piu' restrittivi. Attualmente sono in discussione ulteriori proposte destinate a snellire il funzionamento della Corte, ma la Conferenza delle ONG internazionali del Consiglio d'Europa e in particolare Amnesty International, pur comprendendo la necessita' di rendere piu' efficiente il funzionamento della Corte, si sono attivate per contrastare in ogni modo il grave rischio che la riforma in atto renda di fatto impossibile agli individui e alle organizzazioni piu' deboli di presentare ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo. In particolare la Conferenza delle ONG internazionali ha prodotto una Raccomandazione (qui allegata in inglese e in francese nonche' nella traduzione non ufficiale in italiano) che approva alcune delle misure proposte per ridurre il numero dei casi sottoposti alla Corte, ma respinge con decisione la proposta di imporre delle spese legali ai ricorrenti presso la Corte europea in quanto questo "creerebbe un'inaccettabile limitazione di accesso alla Alta Corte per i ricorrenti e di conseguenza costituirebbe un'intollerabile causa di discriminazione". Questa Raccomandazione e' stata diffusa presso tutte le associazioni membro dell'Unione Europea dei Ciechi e questa Unione provvedera' a inviarla nei prossimi giorni al Rappresentante del Ministro italiano che partecipera' agli incontri del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa sulla riforma della Corte, nonche' al Presidente della Delegazione Parlamentare italiana presso l'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa. La NGO Amnesty International ha lanciato una raccolta firme per la sua petizione sullo stesso argomento (http://www.amnesty.org/en/library/info/IOR61/009/2010/en) con scadenza 28/02/2011.

Cordiali saluti.


IL PRESIDENTE NAZIONALE
(prof. Tommaso Daniele)

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