giovedì 31 marzo 2011

Zucchero il 4 Agosto allo stadio Adriatico

«Non un semplice concerto, ma una grande festa di paese, ispirata a quel suono della domenica che si dipana dal primo all’ultimo brano del suo Chocabeck». Zucchero prova a descrivere l’atmosfera che si respirerà nel suo Chocabeck world tour 2011, presentato ieri a Milano, che parte il 9 maggio da Zurigo e ha il suo clou italiano all’Arena di Verona, con cinque date a giugno (2, 3, 4, 6 e 7) e due a settembre (24 e 25). Unica tappa abruzzese è per il 4 agosto allo stadio Adriatico di Pescara. A maggio il bluesman emiliano suonerà in mezz’Europa, compresa la Royal Albert Hall di Londra, mentre in Italia, dopo i concerti di Verona, tra luglio e agosto terr nove date, dal Summer festival di Lucca allo Stadio Olimpico di Roma. In autunno sar negli Stati Uniti e in Canada, dove tra maggio e settembre uscirà per Decca la versione in inglese del multiplatino «Chocabeck», con alcuni testi curati da Bono degli U2 e Iggy Pop. D’inverno poi il tour farà di nuovo ritorno in Italia, al coperto dei palasport, per passare poi nel 2012 sulla West Coast americana e in Australia e terminare, probabilmente, con una coda italiana tutta nei teatri. Per molte date europee i biglietti sono già esauriti. «Sono un contadino e ho seminato senza sapere quando avrei raccolto», commenta soddisfatto Zucchero di fronte a un piatto di pasta in bianco, base della sua dieta per affrontare il lunghissimo tour, «ci ho messo tanto ad essere accettato in Italia e all’estero e ora, a 55 anni, finalmente raccolgo». Il soulman ricorda: «Quando ho debuttato con Eric Clapton in Europa, nel 1999, lo vedevo suonare nelle arene, di fronte a 10mila persone, e pensavo Non ci arriverò ma, ma lo volevo e ci sono arrivato, anche se ho scelto una strada tortuosa perché faccio una musica che loro hanno già, ma ho sempre investito tanto nelle tournée, tanto che ho cambiato cinque manager perché», scherza, «con i miei concerti non guadagnavano niente, se non andiamo a perdere poco ci manca...». Per il nuovo tour, Zucchero ha arruolato 11 musicisti, tra cui tre fiati e tre archi, che si uniscono alla band che lo accompagna dal vivo da qualche tempo. Sul palco ci saranno il corno francese, il basso tuba e tutti gli strumenti usati per «Chocabeck», ma soprattutto ci sarà l’atmosfera dell’ultimo e ispirato album del bluesman emiliano, quel suono della domenica che si dipana dal primo successo «E’ un peccato morir» al nuovo singolo «Un soffio caldo» scritto con Francesco Guccini. Anche grandi successi come «Diamante» o «Donne» saranno riarrangiate in chiave «Chocabeck perché ora non saprei quale altro suono inventarmi, come testa e come spirito sono completamente dentro quest’album». Un lavoro che ha preso totalmente Zucchero, tanto che pensa di proporlo per intero, dal vivo. Sarà perché è l’album più ispirato alle sue origini: «Ora sono così, ho ritrovato più Adelmo che Zucchero». Questo nuovo Adelmo si riconosce nel suo passato quando confessa di non avere fede nella politica: «Non so più a chi dar retta, come quando da bambino facevo il chierichetto e andavo alla cooperativa e non credevo né al prete né a quello del Partito comunista».

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