martedì 12 aprile 2011

Direttiva UE 2000/78 - Deferimento alla Corte Europea

Si informa che la Commissione Europea ha deferito l'Italia alla Corte di Giustizia Europea per scorretto recepimento della Direttiva 2000/78 del Consiglio Europeo.
L'avvio del procedimento di infrazione (n. IP109/1620) deriva dal fatto che, pur avendo recepito tre anni dopo con il Decreto Legislativo 216/03 la predetta Direttiva 2000/78, che aveva stabilito un quadro per la parita' di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, l'Italia non ha ancora "una norma generale che imponga al datore di lavoro di prevedere soluzioni ragionevoli per i portatori di qualunque tipo di disabilita' e per tutti gli aspetti dell'occupazione", come si legge in una nota ufficiale prodotta dalla Commissione Europea.
Infatti, fra i principi della Direttiva 2000/78 compare quello secondo il quale "qualsiasi discriminazione diretta o indiretta basata su religione o convinzioni personali, handicap, eta' o tendenze sessuali nei settori di cui alla presente direttiva dovrebbe essere proibita in tutta la Comunita'".
Inoltre, particolarmente importante per l'attuale deferimento dell'Italia alla Corte Europea appare l'articolo 5 della Direttiva stessa dal quale si ricava espressamente che il datore di lavoro ha l'obbligo di prendere i "provvedimenti appropriati, in funzione delle esigenze delle situazioni concrete, per consentire ai disabili di accedere ad un lavoro, di svolgerlo o di avere una promozione o perche' possano ricevere una formazione, a meno che tali provvedimenti richiedano da parte del datore di lavoro un onere finanziario sproporzionato. Tale soluzione non e' sproporzionata allorche' l'onere e' compensato in modo sufficiente da misure esistenti nel quadro della politica dello Stato membro a favore dei disabili".
L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, dal canto suo, si adoperera' in ogni sede affinche' tali fondamentali principi vengano concretamente recepiti al piu' presto dal legislatore italiano.

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